Il gipeto è un accipitride stanziale tipico delle aree montane dove trova siti di nidificazione e carcasse di ungulati di cui si nutre. Il gipeto, infatti, è un avvoltoio ma la particolarità di questo necrofago è che utilizza come fonte trofica principalmente le ossa cave degli ungulati rinvenuti morti. Dalla punta del becco alla coda può raggiungere i 120 centimetri di lunghezza ma l’apertura alare è senza dubbio straordinaria: supera i 280 centimetri di estensione. Non evidenzia differenze macroscopiche tra la femmina ed il maschio se non nelle dimensioni: le femmine sono leggermente più grandi dei maschi. In tutti e due i sessi il piumaggio nei primi anni di vita è bruno, con la maturità tende a schiarirsi sino a diventare grigio metallico su dorso e sulle ali e bianco nella parte ventrale. Il capo, a differenza degli altri grandi avvoltoi è ricoperto di piume e sotto il becco sono evidenti i caratteristici ciuffi neri che gli danno l’appellativo di avvoltoio barbuto.